Museo ebraico a Berlino

Termino questa lunga carrellata su Berlino con il più suggestivo fra i progetti che ho avuto modo di vedere durante il mio recente soggiorno là. Daniel Libeskind vince un concorso internazionale nel 1988, ma questo intervento viene realizzato solo nel 1999. Il museo ingloba un edificio neoclassico esistente a U, la cui corte centrale viene chiusa da una grande serra vetrata e si collega solo al piano interrato (all'esterno il collegamento è invisibile) con il nuovo edificio di Libeskind. La forma in pianta ricorda una saetta, l'aspetto quello di edificio industriale con le facciate ricoperte da lastre in zinco luccicante. Le finestre a feritoia amplificano la forza della saetta. L'interno è di rara suggestione. Tre percorsi ricordano la storia del popolo ebraico berlinese. Il primo ne ripercorre la storia dal medioevo in avanti ed è il vero e proprio percorso museale. Il secondo percorso termina all'esterno, dove 49 steli di cemento, nei quali sono piantati degli alberi, rappresentano la fuga verso l'esilio. Le steli e il piano di calpestio sono inclinati, camminandovi intorno si ha l'impressione che nulla sia più al suo posto (è singolare l'assonanza con il memoriale all'olocausto realizzato da Eisenman e pubblicato come primo post di questo percorso berlinese). Il terzo percorso termina nella "torre dell'olocausto", un prisma di cemento buio e freddo alto 20 metri e accessibile tramite una pesante porta in ferro. I tre percorsi si intrecciano dando luogo a luoghi di meravigliosa emozione. Consiglio a tutti i viaggiatori che si trovino a Berlino di non mancare questa visita.

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